L’Autorità tedesca per la protezione dei dati personali ha intimato a Google di sospendere l’ascolto e la verbalizzazione delle registrazioni vocali di Google Assistant.
I fatti.
In una nota rilasciata ieri l’Autorità tedesca per la protezione dei dati personali ha dichiarato che sta indagando sul caso ed ha intimato a Google di interrompere l’attività di ascolto e trascrizione delle registrazioni provenienti da Google Home Assistant per almeno tre mesi in tutta l’Unione Europea.
Google Home l’assistente Google per la casa con controllo vocale. Ricevi risposte, riproduci brani, affronta la giornata, goditi i contenuti di intrattenimento e controlla la tua smart home semplicemente con la tua voce.
Questa è la pubblicità di Google Home che, dal lancio del 2016, milioni di persone hanno acquistato, per portalo a casa o in ufficio. Ad esempio, se chiedi “Ok Google, qual è il traffico verso da Milano a Bologna?” il dispositivo si accende automaticamente e una voce sintetizzata legge immediatamente le informazioni sul traffico più aggiornate. Pratico vero? Qualcosa di paragonabile a Siri di Apple.
Peccato però che tutto quello che si dice venga poi ascoltato e trascritto dal colosso dei motori di ricerca, anche quando questo “assistente” è spento.
Il tutto è partito da un servizio realizzato dalla tv belga VRT NWS, che potete leggere qui, che evidenzia quali e quanti dati personali, e spesso intimi e riservati, siano ascoltati da Google.
“I dipendenti di Google ascoltano le registrazioni effettuate con gli smart speakers di Google Home e tramite l’app Assistant di Google su smartphone, in tutto il mondo, anche in Belgio e nei Paesi Bassi, al fine di rendere il motore di ricerca più intelligente” è quanto si può leggere sul loro sito.
VRT NWS è stato in grado di ascoltare più di 1.000 clip registrate con l’Assistente di Google. Tra le altre cose poiché quelle registrazioni includevano anche gli indirizzi degli utilizzatori, i giornalisti di VRT sono stati in grado di contattare facilmente un certo numero di persone coinvolte. Hanno fatto ascoltare quei frammenti audio a diversi utilizzatori che si sono immediatamente riconosciuti.
“Questa è senza dubbio la mia voce”, dice uno di loro, sorridendo un po’ a disagio, cosi come una coppia di Waasmunster ha riconosciuto immediatamente la voce del figlio e del nipote.
Le fonti rivelatrici sono dipendenti dei contractors di Google, che sono rimaste chiaramente anonime. “Quei dipendenti ci hanno permesso di esaminare il sistema con cui si ascoltano le registrazioni dell’Assistente Google” dichiara VRT.
Sesso e violenze…
Delle oltre 1.000 clip ascoltate da VRT NWS, 153 sono state registrate senza che l’utente abbia dato l’ordine all’Assistente Google.
Com’è possibile? Normalmente Google Home viene attivato solo quando si dice “Ok Google”, ma se qualcuno nei paraggi pronuncia una parola che assomiglia a “Google” ecco che l’assistente si attiva ed inizia a registrare tutto quello che sente.
Un gran pettegolo quindi. Tanto pettegolo da aver registrato conversazioni in “camera da letto”, conversazioni tra genitori e figli, ma anche discussioni e conversazioni telefoniche di lavoro con molte informazioni riservate.
Una delle fonti rivelatrici afferma che una volta ha ascoltato una registrazione in cui si sentiva chiaramente una donna, probabilmente vittima di violenze, che chiedeva aiuto.
Il Garante tedesco.
L’uso di assistenti vocali automatici di aziende quali Google, Apple e Amazon si sta dimostrando altamente rischioso per la privacy delle persone, afferma l’Autorità tedesca per la protezione dei dati personali, evidenziando preoccupazioni sulla privacy non solo per i proprietari di dispositivi ma anche per i loro ospiti.
Il commissario Johannes Caspar ha dichiarato: L’uso dei sistemi di assistenza vocale nell’Unione Europea deve essere conforme ai requisiti sulla protezione dei dati del GDPR (regolamento UE n. 2016/679 in materia di trattamento dei dati personali). Nel caso di Google Assistant ci sono forti dubbi al riguardo. L’uso dei sistemi di assistenza vocale deve essere trasparente e occorre ottenere il consenso dagli utenti. Come primo passo ci sono ancora ulteriori domande sul funzionamento del sistema di assistenza vocale a cui bisogna dare una risposta. Le autorità di protezione dei dati dovranno quindi decidere quali saranno le misure finali affinché il funzionamento di questi sistemi sia compliant con la legge sulla protezione dei dati.