Un grave caso di corruzione interna ha colpito il gigante della telefonia AT&T.
Due pakistani, Muhammad Fahd (estradato da Hong Kong negli Stati Uniti) e il suo compare Ghulam Jiwani, sono stati accusati di aver corrotto gli impiegati dell’azienda per sbloccare oltre due milioni di telefoni (AT&T infatti vende gli smartphone a prezzo ridotto ma bloccati in modo che non possano essere utilizzati con altri operatori telefonici) e di aver introdotto malware nella rete aziendale allo scopo di raccogliere dati sul modo in cui la rete stessa funzionava. È quanto riporta il Dipartimento di Giustizia di Washington in un suo comunicato del 5 agosto.
Il procuratore Brian T. Moran ha dichiarato: “L’accusato, riferendosi a Muhammad Fahd, pensava di poter gestire tranquillamente le sue attività di corruzione e hacking dall’estero, guadagnando milioni di dollari mentre induceva i lavoratori dell’azienda a scegliere la via della corruzione invece di quella etica”.
Secondo l’accusa, tra il 2012 e il 2017, Muhammad Fahd ha reclutato vari impiegati della AT&T ed alcuni di loro sono stati pagati per reclutare altri dipendenti per le attività fraudolente.
Ad oggi tre di questi, che si sono dichiarati colpevoli, hanno ammesso di aver ricevuto tangenti per migliaia di dollari.
Nei primi due anni dell’attività fraudolenta sono stati pagati più di un milione di dollari in tangenti ai dipendenti corrotti per lo sblocco dei telefoni.
Ma la frode di Muhammad è andata ben oltre, ha detto il Dipartimento di Giustizia. Infatti in una seconda fase ha chiesto ai dipendenti corrotti di installare malware sui computer di AT&T in modo da poter studiare il funzionamento dei processi interni del gigante delle telecomunicazioni.
Ha in seguito creato un altro malware che utilizzava le password dei dipendenti di AT&T per ottenere l’accesso a diversi computer in modo da poter effettuare lo sblocco dei telefoni in tutta autonomia.
Altre tangenti sono state pagate da Fahd al fine di far istallare, ai dipendenti corrotti, hardware spia, router dannosi e punti di accesso Wi-Fi non autorizzati, che hanno consentito un ulteriore accesso a computer apparentemente protetti.
Muhammad Fahd rischia fino a 20 anni di reclusione mentre il suo compare Ghulam Jiwani sembra sia deceduto.
Un portavoce di AT&T ha dichiarato: “Abbiamo lavorato a stretto contatto con le forze dell’ordine da quando questo schema è stato scoperto per consegnare questi criminali alla giustizia e siamo contenti dell’esito”. Il colosso delle telecomunicazioni desiderava sottolineare che la presunta attività criminale non ha comportato alcun accesso improprio o compromissione delle informazioni sui clienti o influiva sui suoi clienti.
Ma la storia non finisce qui … le indagini continuano.
Reference: Forbes